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Trento, 16 novembre 2010
San Cristoforo: sospendere l’iter ed approfondire gli effetti dell’impatto sull’ambiente ed il paesaggio derivante
dal nuovo programma integrato d’intervento

Interrogazione a risposta scritta presentata da Roberto Bombarda
consigliere provinciale dei Verdi e Democratici del Trentino

Il ridisegno urbanistico e la nuova destinazione di aree sul lungolago di San Cristoforo, a due passi dal lago di Caldonazzo, sta scaldando gli animi e vivacizzando il dibattito in Alta Valsugana e non solo, poiché si tratta di uno degli interventi che aprono la strada all’applicazione dello strumento della perequazione urbanistica introdotta recentemente nel panorama legislativo provinciale. Presentato il 3 agosto scorso nel consiglio comunale di Pergine ha immediatamente portato alla costituzione – il 24 agosto – di un comitato civico appositamente costituito per difendere l’ambiente, promuovere attività ecosostenibili, diffondere la conoscenza di quanto sta avvenendo per favorire la partecipazione dei cittadini nella costruzione delle decisioni, poiché la segretezza e la rapidità con la quale si sarebbe voluto approvare il progetto lasciano molti dubbi circa il vero interesse dominante dietro questa operazione.

Nel dibattito sono intervenuti molti soggetti, sia a livello locale, sia a livello provinciale, per rimarcare da un lato lo stato di degrado dell’area, che necessiterebbe dunque di un adeguato riordino, sia la delicatezza di questo tratto di territorio prossimo ad un lago che ha vissuto nel tempo innumerevoli problemi e che non può essere ulteriormente aggredito dal cemento e dal traffico.

Le opere previste dal Programma integrato d’intervento hanno sollevato diverse obiezioni. Si tratta di una serie d’interventi da realizzarsi in cinque diversi ambiti, tre dei quali tra la rete viaria statale/provinciale e il lago e due nell’entroterra. I primi tre ambiti, sui quali si concentra la maggior parte delle critiche, dovrebbero ospitare una struttura alberghiera, un insediamento terziario e un parcheggio. Negli altri due, lontani e privi di relazioni tra loro e con gli altri, sono previsti un "parco della biodiversità" e un insediamento residenziale in località Assizzi. La Sezione trentina di Italia Nostra, tra gli altri, si chiede “cosa avessero in mente i pianificatori quando hanno stabilito quelle zonizzazioni, e per quale motivo siano state riconfermate anche nell’ultima variante, approvata definitivamente nel gennaio del 2010. È chiaro a chiunque, infatti, che un albergo non può essere costruito in un parco pubblico e nemmeno un parcheggio in un’area agricola d’interesse primario.

“Complessivamente – è il giudizio dell’associazione protezionista - una proposta più adatta all'hinterland milanese che alla Valsugana”.

Italia Nostra ricorda come “il Programma integrato d'intervento nasce (nella legislazione statale e quindi in quella provinciale) come strumento attuativo di carattere straordinario, direttamente esecutivo(senza quindi altri piani subordinati) e direttamente modificativo delle previsioni dei Piani regolatori generali. Questi poteri eccezionali vengono attribuiti al Programma integrato d'intervento perché possa raggiungere due obiettivi: "riqualificare il tessuto urbanistico" con interventi, anche infrastrutturali "in grado d'incidere sulla riorganizzazione urbana". Ma qui non si vede né la riqualificazione urbanistica, né la riorganizzazione infrastrutturale, per cui non si comprende la ragione del ricorso a tale strumento. In secondo luogo, come tutti i piani attuativi, il Programma integrato d'intervento dev'essere composto da elaborati progettuali molto più dettagliati (rilievi quotati, elementi costruttivi, composizione delle facciate, forma della copertura, materiali e colori…). Nel caso in questione, tali elaborati non sono presenti. Vi sono solo alcune rappresentazioni schematiche, anche perché si prevede che il Programma integrato d'intervento venga attuato attraverso ulteriori piani attuativi. Ma tutta questa procedura è in contrasto con la legge urbanistica. L'altro aspetto centrale tipico del Programma integrato è la cooperazione tra pubblico e privato, la sinergia tra risorse private e poteri pubblici necessaria al raggiungimento di ogni ambizioso obiettivo di riqualificazione e riorganizzazione urbanistica. Ma qui, al posto della cooperazione troviamo la perequazione, che è cosa ben diversa, ed il rapporto tra pubblico e privato si limita ad una permuta di aree accompagnata dalla modifica delle loro destinazioni d'uso. In realtà, siamo di fronte ad alcuni piani di lottizzazione (o meglio ai loro embrioni) che non solo non riqualificano e non riorganizzano nulla, ma renderanno più problematica ogni futura ipotesi di riordino e riqualificazione. È indubbio che San Cristoforo sia una località cresciuta malamente, senza un'idea complessiva, senza una visione strategica, e che quindi abbisogni oggi di un serio progetto di riqualificazione, in particolare della sua parte compresa tra la statale, la provinciale ed il lago. Lo studio dell'architetto Pizzi individuava correttamente problemi e criteri d'intervento, ma il disegno urbano proposto non era adeguato né al luogo, né al suo potenziale di sviluppo. Il programma integrato d'intervento è una sorta di sottoprodotto del piano Pizzi che ne disattende però senso e criteri, limitandosi a recuperarne malamente alcuni frammenti, in un progetto banale, senza qualità né prospettiva. La strada da seguire per la riqualificazione del lungolago di San Cristoforo è ben diversa”.

Considerata dunque l'evidente inadeguatezza del progetto presentato, e la rilevanza degli interessi collettivi in gioco, Italia Nostra propone una riflessione critica e una valutazione comparativa tra ipotesi diverse, anche per mezzo di un pubblico concorso, che reinterpreti gli obiettivi posti dal piano Pizzi ed elabori un progetto di riqualificazione del lungolago che possa essere la base per un adeguato Programma integrato d'intervento.

È necessario superare una visione meramente mercantile del rapporto tra pubblico e privato: se da un lato il soggetto pubblico mette a disposizione i suoi poteri di pianificatore, dall'altro il soggetto privato deve assoggettarsi a procedure partecipate e trasparenti (incluso il pubblico concorso) e sottoporre le sue iniziative al controllo dell'opinione pubblica.

Ciò premesso

si interroga la Giunta provinciale per sapere

se non ritenga necessario intervenire per sospende l’iter del nuovo programma integrato di intervento previsto dal PRG di Pergine Valsugana sull’area di San Cristoforo, avviando un ulteriore approfondimento circa gli impatti derivanti dalle opere e considerando la necessità di porre la massima attenzione per la salvaguardia dell’ambiente naturale e del paesaggio in prossimità del Lago di Caldonazzo e di assicurare la massima trasparenza e partecipazione nelle varie fasi di formazione dei pareri e delle decisioni.

Cons. Roberto Bombarda

 

     

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